
in Summa Pitagorica, a cura di Francesco Romano
“L’intelletto vede tutto e intende tutto, e tutto il resto è sordo e cieco.”
Giambl. V. Pitag. 228
Giamblico di Calcide (250-320 ca. d.C.) realizzò un grandioso progetto filosofico-scientifico, precisamente quello di rivisitare e rifondare la dottrina neoplatonica di Plotino e di Porfirio nel crogiolo della tradizione pitagorico-neopitagorica. Pitagorismo e platonismo costituivano in tale progetto due facce della stessa medaglia, il cui valore avrebbe dovuto riscattare la filosofia classica, compresa quella di tradizione non platonica, da ogni apparente differenziazione e disarmonia conseguenti alla campagna denigratoria condotta contro Platone e l’Accademia, soprattutto da Aristotele e dai Peripatetici. L’idea-cardine di una convergenza (se non coincidenza) tra queste due dottrine rimarrà, dopo di lui, fattore determinante e qualificante di tutte le costruzioni neoplatoniche, dalla tarda antichità al Rinascimento e oltre. La Summa Pitagorica, i cui trattati vengono qui presentati integralmente, rappresenta un colossale sforzo di sistemazione delle principali dottrine filosofiche sviluppatesi nell’arco dei secoli IV a.C-III d.C. La filosofia di Giamblico è l’esempio più significativo di quell’operazione che caratterizzò il pensiero tardoantico e che consiste nel ridurre ad unità le diverse branche dell’indagine filosofica per via di una loro gerarchizzazione fondata sulla reale e ordinata disposizione verticale culminante nella teologia, intesa quest’ultima come scienza delle scienze.
L’Esortazione alla filosofia afferma la validità assoluta della filosofia di Pitagora, quale strumento di acquisizione della Sapienza, Sophia, e quale stile di vita che, se abbracciato e praticato, consente di vivere felici nella verità. “Fatica su queste cose, praticale, occorre che tu le ami: esse ti porteranno sulle tracce della divina virtù”.
Giamblico dispone in 21 capitoli l’intera materia, a partire dal valore di ogni esortazione alla filosofia pitagorica, che si svolge innanzitutto per sentenze, imaginifiche e poi contemplative, includendo la vita civile e pratica, la prudenza, la temperanza e la continenza, fino alla catalogazione completa dei “simboli pitagorici” che racchiudono l’essenza di tutta la sapienza di Pitagora.