Dobbiamo ripeterlo, il linguaggio comune, la discorsività esteriore profana, l’espressione ordinaria dell’uomo ateo, non hanno un carattere simbolico anagogico, cioè non ineriscono direttamente ad una Idea metafisica, perciò sono incapaci di favorire la conoscenza metafisica. In un certo piano, la dialettica platonica è quanto vi è di più adeguato, nell’Occidente europeo, per condurre la ragione all’essenzialità dell’Idea, mentre la logica aristotelica, rigida e chiusa, anche nella formulazione del sillogismo, pur se anch’essa fonda sull’intuizione dell’Essere e quindi ha una corretta base ontologica, risulta già compromessa con la possibilità di richiudere la ragione su se stessa, causando i gravi problemi già descritti. Il simbolismo religioso consente di connettere tutti i livelli dell’esistenza all’Essere, inoltre mantiene l’ente contingente, che per definizione non può avere in sé la propria ragione sufficiente, unificato all’essere trascendente, riletto-rilegato alla sua Causa e al suo Principio. Solo quando l’uomo è religiosamente presente al senso del suo esistere e, dunque, anche al senso della sua costituzione essenziale, può ordinare senza errore tutti i suoi atti al suo fine di bene. Quando l’anima, raggio riflesso proiettato, elimina la connessione religiosa con la sua fonte, il Sole Divino irriflesso, attraverso l’alienazione dall’intelligenza trascendente, si isola illusoriamente in se stessa, perde la cognizione del suo senso e non può più perseguire il suo bene. Dispersa nell’estraneità all’Essere, smarrita nel non essere, l’anima si consegna all’annientamento. Quest’aberrazione è alla base della costituzione dell’uomo moderno, al quale si rivolge la “medicina” moderna, la quale naturalmente non può avere alcun potere curativo, ma, al contrario, accresce la malia e la male-aptia nelle anime, fino a che esse si perdono completamente. Se all’uomo viene negato l’accesso alla verità del suo essere e della sua essenza, nessuna conoscenza del bene dell’uomo sarà possibile e, dunque, non sarà possibile attuare la sua salute, perché la via che conduce ad essa è stata chiusa. La “medicina” moderna e, ancor più, quella postmoderna sono sorte eliminando, per principio, la disposizione teofanico-religiosa dell’uomo, in tal modo hanno eliminato anche il senso della medicina e della salute. Una medicina non religiosa non è medicina, è un’altra cosa, è una prassi che non conduce alla salute, ma al suo contrario.

Il complesso dei miti, dei simboli, dei riti, delle leggi, della morale di una data religione non può che essere trasmesso in modo religioso da autorità religiose adeguate, che dispongano di una qualificazione religiosa autentica e di uno stato spirituale preciso. Il simbolismo religioso non può, in nessun modo, essere affrontato da profani, i quali non si trovano nelle condizioni necessarie per approcciarlo rettamente né, tanto meno, per poterlo spiegare e applicare. Ogni accesso profano al simbolismo religioso non fa che “profanarlo”, corrompendolo in modo più o meno grave, per costituire un “diabolismo” controreligioso che svia completamente l’anima dal bene.

Lo sviluppo della filosofia razionalistica e della scienza naturale materialistica è stato possibile solo dopo l’abbandono dell’intellettualità religiosa e della disciplina della conoscenza basata sulla contemplazione simbolica del mondo e dell’uomo. Solo la via conoscitiva anagogica consente all’intelletto determinato di procedere fino alla scienza delle cause metafisiche del mondo fisico, l’abbandono di questa prassi determina l’alienazione completa dell’uomo dalla realtà e dalla verità. La chiusura nell’illusione fenomenica ripiega l’uomo nella vita sensibile e contingente, la quale, scartata ogni altra dimensione esistenziale, assume praticamente un valore assoluto, quando in realtà non è niente altro che la vita più bassa, spregevole ed effimera.

Le conseguenze di questo indirizzo le troviamo nella medicina moderna e ancor più in quella postmoderna. A causa di queste aberrazioni l’uomo dall’essere viene indotto a ripiegarsi nella sua vita biologica e sensibile, da una parte, dall’altra nel suo psichismo, ridotto all’immaginazione sensibile, alla sentimentalità, all’istintività animale, l’alienazione dell’anima dell’uomo dall’essere viene poi favorita da una psicologia profana dal carattere sovversivo. L’uomo postmoderno “conosce” esclusivamente il divenire, il cambiamento, l’esistenza corruttibile, crede che tutto ciò sia la sola “realtà”, contemporaneamente però in esso il senso del non essere si fa sempre più angoscioso e opprimente, tanto che questo uomo cerca in ogni modo di sfuggire a questa condizione, ma secondo indirizzi parodistici, con mezzi esteriori di tipo materiale e tecnologico, o secondo modi pseudoreligiosi.

Come vedremo, le ultime forme della “terapeutica medica” postmoderna sono completamente svincolate da ogni ordine trascendente e immutabile, non fondano mai sulla verità, sull’ordine dei principi e delle cause universali. L’ultimo uomo esalta la dimensione della vita corporea in modo spropositato, per esso la vita sensibile diventa motivo di superstizione, come anche la sentimentalità e l’emozione esistenziale. Questi piani dell’esistenza sono stati sempre considerati “inferi”, dimensioni da dominare, da illuminare dall’alto con la ragione, oggi invece vengono considerati come dimensioni in cui sprofondare, nelle quali perdersi, perciò si ricerca la loro estensione indefinita e allo stesso tempo l’abbandono a ciò che in esse si produce. Un pragmatismo radicale e un attivismo privo di ogni riferimento all’intelligenza trascendente, ripiegano l’uomo alla sola vita pratica materiale, la società intera, di conseguenza, si indirizza esclusivamente all’attività economica e dunque alla produzione dei mezzi materiali per garantire una vita più “sicura” e ricca di “benessere”. Tutto ciò evidenzia il degrado della condotta nel più estremo edonismo, la completa alienazione da ogni orientamento morale e religioso, fondato in modo teologico e metafisico, questa aberrazione è la causa della dissoluzione finale della civiltà. Si è giunti a questo punto perché la religione e la vita religiosa dell’uomo, con il loro indirizzo anagogico-salvifico, sono state prima criticate e poi negate, perciò l’esistenza volta al suo referente trascendente, ed anche la retta assunzione della vita, secondo il suo fine autentico, sono state eliminate, in favore dell’individualismo più radicale e dell’edonismo nichilistico integrale dei tempi postmoderni.

Un uomo completamente ateo non fonda più il suo agire sulla scienza sacra e sulla sua funzione simbolica, ma bensì sulla pseudoscienza profana, il cui punto di vista è fondato sull’illusione radicale del divenire fenomenico. Questa falsa scienza si è costituita proprio negando, per principio, la dimensione metafisica dell’essenza e dunque il referente ontologico immutabile di ogni ente contingente. In tal modo la scienza nega se stessa, perché rinuncia al vero, all’oggetto a cui tutta la conoscenza è ordinata, e lo sostituisce con la sua copia illusoria. Dopo aver rimosso la sua ragione di fondo, dopo aver reciso ogni collegamento coi principi trascendenti che fondano il divenire, la pseudoscienza opera come se i fenomeni non avessero alcuna origine trascendente, come se fossero senza principio causale immutabile. Essa è incapace di spiegare la natura delle cose, la loro origine e il loro fine, quindi si limita a descrivere l’esperienza fenomenica delle apparenze proprie ad un certo uomo sensibile, un’esperienza che poi riceve un’interpretazione aberrante, dato che è il frutto di una radicale illusione. La sovrapposizione di un’interpretazione congetturale alla realtà ha lo scopo di nascondere la realtà, le molteplici “ipotesi scientifiche”, che via via si succedono incessantemente, sono solo il segno dell’incertezza, causata dall’ignoranza dell’essere, del reale, dalla mancanza di ogni intellezione della realtà metafisica.

Quando viene esclusa a priori l’intenzione di conoscere i principi metafisici del mondo, viene esclusa anche la ricerca dell’essenza ultima dei fenomeni, come ha voluto Galileo Galilei, in tal modo viene eliminata la possibilità di intendere la verità stessa sottesa ai fenomeni. Quando poi dalla rinuncia galileiana al “tentar l’essenza”, si passa alla negazione dell’esistenza di un’essenza dei fenomeni, il fenomeno assume il carattere di sola realtà, ne deriva che la “scienza” desunta dall’esperienza fenomenica è la sola che possa essere ritenuta “vera”, ogni altra pretesa di scienza viene di conseguenza giudicata invalida. La negazione della realtà metafisica e, con essa, della scienza sacra e della religione che su di essa si fonda, ha costituito i fondamenti della modernità, una situazione in cui l’illusione ha assunto il carattere di “realtà” e la falsa scienza, fondata sull’illusione, ha assunto il carattere di “vera scienza”.

I filosofi più accorti possono ben rendersi conto del fatto che la conoscenza esteriore, sia essa sensibile o razionale, non può rendere ragione dei fenomeni, ma coloro che non hanno una formazione filosofica adeguata sono tratti in inganno facilmente, per cui la grande maggioranza degli uomini soccombe a questa colossale illusione diabolica. Quando si scambia ciò che è contingente con ciò che è essenziale, ciò che è apparente con ciò che è reale, ciò che è illusorio con ciò che è vero, si produce un’inversione diabolica del senso delle cose, la quale è una diretta conseguenza dell’abbandono dell’approccio religioso ai fenomeni sensibili, quali simboli di una realtà intelligibile, simboli a cui la ragione religiosa deve applicarsi attraverso l’elevazione anagogica, per leggerli nell’essenza della loro Causa.

La diffusione di un’aberrante scienza diabolica a tutta l’umanità, produce il ribaltamento dei rapporti normali degli uomini con il loro Principio, a questo risultato è ormai giunta l’azione svolta dalla scienza postmoderna, che costituisce la parodia della scienza sacra, avendo un fine opposto ad essa, l’alienazione integrale dell’anima dall’Essere, dal Vero, dal Reale. La pseudoscienza postmoderna non è che un immenso errore, che pretende di erigersi a verità in modo esclusivo, ma essa dimentica che non ha alcun fondamento metafisico, perciò non è in alcun modo connessa alla realtà. La pseudoscienza, in quanto errore radicale prodotto dall’ignoranza metafisica, non ha alcun diritto di affermarsi come scienza autentica, né tanto meno come scienza esclusiva, perciò non deve tentare di imporsi, in maniera coercitiva, a tutti gli uomini, emarginando o screditando chiunque non si collochi nel suo orizzonte illusorio.

Non ci soffermeremo in questa sede ad elencare tutte le critiche rivolte prima alla scienza moderna e poi alla scienza postmoderna, nel corso di almeno tre, quattro secoli, da molte personalità competenti, le quali hanno descritto a fondo l’assenza di ogni certezza epistemologica nel “metodo scientifico”, ne tratteremo in scritti successivi a questo. Quanto ora abbiamo esposto è sufficiente per demolire alla radice ogni pretesa di possesso esclusivo della verità da parte degli esponenti dello scientismo moderno. La nostra critica non procede dalla stessa dimensione, limitata e illusoria, nella quale si pongono gli attuali “filosofi della scienza”, ma si sviluppa da un piano che trascende infinitamente le loro limitazioni e comprende integralmente il senso della riduzione della scienza ad un’allucinazione, così come il fine dell’istituzione di una falsa scienza diabolica. È questo il risultato a cui doveva giungere la catabasi della conoscenza, nel contesto generale della catabasi dell’umanità. Per motivi metafisici, alla fine dei tempi la gran parte degli esseri umani dovrà essere soggetta all’illusione integrale, ben pochi potranno perciò “salvarsi” dal potere fascinatorio e coercitivo posseduto dalla “grande ingannatrice”, una piovra tentacolare che ormai si è diffusa ovunque e domina le anime. L’assoggettamento si accrescerà e non potrà essere eluso, in alcun modo, dalle anime più deboli, prive della conoscenza metafisica appropriata e ridotte ad uno stato ateo, ma anche le anime dotate della fede religiosa elementare avranno gravi difficoltà a resistere alla “tentazione” e perciò allo sviamento dissolutivo. Gli illusi dell’ultima ora subiranno il grande inganno e saranno sviati dalla Salute, una Salute che tutti gli uomini ormai cercano disperatamente, ma i molti non possono più trovare, ingannati dall’avversario del Dio, dall’avversario di Apollo.

[tratto da: Viola, L.M.A., Sulla Via della Salute]

  

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