Le moderne psicoterapie si sono costituite a seguito dell’abbandono delle psicologie e delle psicoterapie filosofiche e religiose tradizionali. Il processo di alienazione si è sviluppato particolarmente fra il XVI e il XVIII secolo e ha permesso nel XIX e nel XX secolo, di dare corpo a diversi indirizzi “curativi” dell’anima, aventi un carattere aberrante. Da quando Wolff, a metà del XVIII secolo, ha inaugurato la distinzione fra la psicologia sperimentale, di carattere fenomenico ed empirico, e la psicologia filosofica, di carattere essenziale e metafisico, la psicologia moderna ha lasciato progressivamente l’orizzonte dei suoi fondamenti ontologici e ha spostato il fuoco dell’attenzione sulle attività esteriori delle facoltà dell’anima, distogliendolo da ciò che costituisce la sua essenza eterna, la sua natura metafisica, la sua origine, la sua funzione. I principi fondamentali della retta conoscenza filosofica dell’anima sono stati prima posti sullo sfondo e poi, dal XIX secolo, abbandonati. Così è calato il velo su ciò che comporta l’associazione dell’anima al corpo e sulla sua condizione carnale, così come sui processi di liberazione dell’anima dai vincoli corporei e dalla sofferenza che produce l’incarnazione.

Con l’affermazione del positivismo, la scienza psicologica ha ridotto ancora il suo campo di indagine, la sua ricerca, sempre più oscura, si è limitata esclusivamente all’esame dei processi psichici contingenti ed esteriori delle facoltà dell’anima incarnata. Dalla metà del XIX secolo si è consumato il passaggio dalla filosofia dell’anima, ancora sviluppata fra Seicento e Settecento, alle neuroscienze di carattere positivistico e materialistico, da allora ogni discorso astratto sull’anima è stato reputato “non scientifico”, perché solo ciò che risulta empiricamente dimostrabile può essere tenuto in considerazione come “vero”. In questo modo all’anima viene progressivamente tolta qualsiasi identità sostanziale permanente, la “coscienza” e la “mente”, così come i loro processi, finiscono per essere considerati come epifenomeni contingenti della materia, attività inerenti al corpo che, con la dissoluzione del corpo, si dissolvono.
Le cosiddette “scuole” della psicologia moderna nascono su queste basi, quando la psicologia tradizionale, ormai profanata, ha perduto l’anima.

Nonostante il nome che porta, la psicologia moderna non possiede più una rigorosa “scienza dell’anima”, è un ente dal carattere molto involuto, un prodotto del degrado della psicologia religiosa e filosofica tradizionale, che in qualche modo si era conservata fra Seicento e Ottocento. L’anima è la grande assente nella moderna “psicologia senz’anima”, le vaghe e confuse descrizioni della psiche, che si trovano ancora raramente nei trattati o nei testi scolastici, sono largamente insufficienti e piene di errori. Negli ultimi tempi sia la psicologia, sia la psicoterapia, si sono conformate all’ambito delle “scienze della natura”, perciò hanno accresciuto la loro dipendenza nei confronti delle neuroscienze, facendosi assorbire via via in futili dettagli contingenti di processi psichici esteriori, perdendo così ogni possibilità di approcciare adeguatamente l’anima dell’uomo. L’ultimo indirizzo psichiatrico è un evidente segno di questo processo. Con decisione e precisa avversione la psicologia moderna ha voluto prendere le distanze dalla religione, il caso di Freud è esemplare a questo proposito, ma anche dalla filosofia, per ricostituire una parodia della psicologia e della psicoterapia. Così la cura dell’anima di tipo tradizionale è stata riproposta in termini rovesciati e caricaturali, la figura di Jung è la più emblematica al riguardo, la sua “psicoterapia” è priva di una vera conoscenza della psiche, perciò la cura che viene indicata è del tutto inefficace per costituire la salute psichica autentica. Perduto ogni fondamento metafisico, abbandonata ogni visione autenticamente religiosa e filosofica tradizionale, la psicologia è divenuta oggi un fenomeno vuoto, privo di basi epistemiche. Poggiando sul non essere, ogni “psicoterapia” moderna non è che illusione, la sua prassi accresce il vincolo titanico e l’alienazione, perciò costituisce l’opposto di ogni autentica cura dell’anima.

Nell’attuale situazione sociale europea, ogni orizzonte religioso e filosofico tradizionale è stato pressoché abbandonato, per essere sostituito con il suo contrario, perciò ovunque domina una visione radicalmente materiale del mondo e dell’uomo, dalla quale procede la negazione di ogni elemento spirituale che trascenda la materia. Questo indirizzo ha favorito la concezione aberrante dell’uomo come ente carnale radicale, totalmente determinato dal principio titanico e ha determinato lo sviluppo delle diverse possibilità inferiori dell’esistenza sensibile, in modo che l’anima possa sprofondare nella radice oscura e terminale della manifestazione inferiore. Il processo di alienazione dell’anima dall’Essere Divino è stato ormai completato, a causa di ciò l’uomo conduce una vita pressoché esclusivamente dedita all’irrazionalità edonistica estrema, promossa dall’errore del progressismo materiale, del salutismo carnale e dell’efficientismo lavorativo ed economico. La dipendenza credula da queste mostruosità, favorisce il senso crescente di vuoto, di angoscia, di tristezza e depressione, stati dell’anima ai quali si associano anche un senso di instabilità, varie insicurezze, paure di ogni genere, sofferenze esistenziali, che portano alle più estreme forme di compensazione e alla ricerca di vie di fuga e di stordimento. In questa situazione sociale sono proliferate le nuove psicologie e le relative varie psicoterapie, prive di ogni natura religiosa o filosofica autentica, favorite dalla decomposizione della struttura psichica e morale dell’uomo, seguita al suo sradicamento dalle autentiche tradizioni spirituali. Le varie proposte psicologiche e psicoterapeutiche attuali sono anch’esse fenomeni appartenenti al degrado ultimo dell’umanità, sono espressioni della sua sofferenza, dell’ignoranza e dell’alienazione dell’ultimo uomo. Gli indirizzi curativi postmoderni sono privi di un’autentica scienza dell’anima, perciò non possono conoscere quali siano il bene e il male psichico, inoltre non possiedono un’adeguata scienza della genesi della patologia psichica, pertanto non possono disporre di un’appropriata terapia.

Le diverse “terapie” hanno perciò un carattere vano e ingannevole, ciò è palesemente evidente nelle psicologie e nelle psicoterapie più grossolanamente materialistiche, ma questi caratteri sono presenti anche in quegli indirizzi che, accortisi in certo modo dell’aberrazione in corso, hanno tentato di recuperare l’autentica scienza dell’anima e i mezzi appropriati per risolvere il male psichico. In questo ultimo senso non si è fatto di meglio che fare ricorso in modo irregolare alle tradizioni spirituali plurimillenarie, alle loro dottrine e alle loro pratiche, plagiandole e alterandole attraverso giudizi e opinioni umane e profane, per adattarle alle aberranti visioni del mondo e dell’uomo dei singoli “psicologi”, alcuni di essi intenti a concordare la loro opera con le “scoperte” della fisica postmoderna o con le concezioni evoluzionistiche nate nella seconda parte dell’Ottocento e giunte oggi a sviluppi estremi. E’ ad esempio il caso della psicologia analitica junghiana, così come della psicologia umanistico-esistenziale, ma anche della psicosintesi e in special modo della psicologia transpersonale, ultimamente definita anche psicologia integrale. In quest’ultimo caso è presente il tentativo di ricostituire una vera e propria tradizione spirituale rinnovata, ma presa in qualche modo a rovescio, con fini parodistici e sovversivi. La vera natura della psicologia transpersonale o integrale è ignota ai suoi fattori, i quali dicono di rifarsi alla “filosofia perenne”, ma in realtà, interpretandola male, se ne discostano completamente, infatti le “dottrine” che presentano sono fondate su concezioni che non hanno la benché minima corrispondenza con le dottrine religiose tradizionali, come ad esempio la concezione evoluzionistica o quella temporalistica o quella reincarnazionistica. La psicologia transpersonale, così come quella integrale, sono fra i più inquietanti e pericolosi indirizzi della psicologia postmoderna; il loro carattere è antitradizionale, ma il loro potere suggestivo è molto forte, perché mescolano verità tradizionali con falsità profane, con lo scopo di fare servire le prime alle seconde, tutto ciò sortisce i peggiori effetti, dai quali molti soggetti ignari e bisognosi non sanno sottrarsi.

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