L’arte filosofico-medica tradizionale comprende sia le arti della conservazione e dello sviluppo della salute-sapienza: le arti igieniche, hyghieine techne, sia le arti per il ripristino della salute-sapienza: le arti terapeutiche, iatrike techne. Hyghieia o Hygheia è ad un tempo la Dea della Salute, SalvsSapientia, e la Dea dell’Igiene, Hyghieine, ovvero dell’arte che conserva la salute o la conduce al suo sviluppo perfetto. Pertanto quando si parla di Igea si parla della salute-sapienza, mentre se si tratta di Igiene ci si riferisce all’arte costitutiva della salute-sapienza. Nella prassi filosofica, Hyghieine è propriamente l’arte, la techne, che giova all’attuazione di sapienza, è la disciplina che mantiene o rende compiutamente hyghies, sanvs, l’animo dell’uomo.

La disciplina igienica filosofica non deve essere confusa con l’insieme degli atti che oggi si adottano per prevenire la malattia del corpo, né con le misure di profilassi o di pulizia finalizzate a garantire ambienti di vita salutari. L’igiene filosofica tradizionale è ben più di tutto ciò, in quanto comprende tutte le discipline finalizzate a mantenere l’ente umano nel suo stato normale e salutare basilare, ma specialmente include anche le discipline volte a realizzare la sua perfezione sapienziale mediante la purificazione integrale. Nella disciplina igienica di carattere filosofico la purificazione è essenziale, quest’azione equivale a pvrvs-facere, a fare  pvrvs, pyros, cioè a rendere puro, igneo, ignificato, usto, arso, l’ente a cui si applica l’atto di purificare-ignificare. Quando il soggetto essenziale libera la sua igneità, egli consegue la purificazione-ignizione, ovvero realizza sal-vs, la “ignizione del sale”, ossia la spiritualizzazione-intellettualizzazione del corpo-sale, la glorificazione dell’uomo. È pvr-vs l’ente libero da tutte le ostruzioni e gli elementi che inibiscono o ostacolano il suo atto, quindi ciò che è  pvrvs, ignificato, è identico al principio igneo, pyr, l’elemento divino che costituisce la sua intima natura.

Nell’uomo l’elemento igneo essenziale è costituito dall’intelletto, perciò la purificazione-ignizione dell’intelletto realizza la sal-vs, l’ignizione-ustione del sale, vale a dire la liberazione dell’intelligenza-conoscenza dalla corporeità e dalla sua costrizione limitativa e oscurante. Quando l’intelletto sarà identificato completamente al pyr-focvs eterno, allora l’ignizione del sale, la salvs, sarà completa e perfetta. In ogni altro caso un’ignizione incompleta comporta solo gradi approssimativi di salvs.

È sanvs, integro, unificato, ciò che è pvrvs, ciò che è stato assimilato al fuoco urente e ustionante o all’attività dell’intelletto. I due termini sanvs e pvrvs indicano il principio essenziale dell’uomo in atto, sottratto all’oscurità del male, all’umidità della natura e della terra, alla nascita psichica e corporea. Colui che è divenuto sano gode degli effetti dell’assimilazione al Fuoco Eterno dell’Essere Intelligibile, perciò non ha più traccia di male, oscurità, costrizione, il soggetto puro è dunque principio igneo agente e libero, in virtù del suo stato esso domina e misura l’anima e il corpo senza  impedimento.

L’insieme delle discipline dell’igiene filosofica sono riunite nella diaita o regimen. Diaita, o dia-aitia, alla lettera significa “attraverso i principi”, ciò che è compiuto secondo le cause, aitia, e definisce l’ordine delle azioni misurate conformi a modelli eterni stabiliti. Platone, a tale proposito, definisce il regime della vita ordinata, che conforma l’anima alla giustizia cosmica, “kosmos en diate” [Platone, Repubblica, 408 a]. L’insieme delle azioni che compongono la condotta della vita corporea e psichica che conduce a sapienza-salute è diaita, diaeta, dieta. Il termine latino regimen è più specifico del termine diaeta, in quanto indica l’insieme di azioni fondate sul reg-men, sul regere, sull’azione di dominio, governo e comando, della mens, dell’intelligenza sovrarazionale misurante. Il regimen è perciò l’insieme delle azioni rette dalla mente-intelletto, mediante il quale si costituisce la vita conforme all’essenza, alla misura della Sapienza Divina, dunque la vita compiutamente volta al bene e alla beatitudine.

L’assunzione del regime filosofico di igiene salutare comporta il superamento della tendenza irrazionale e concupiscente e l’adeguamento della ragione alla Mente Divina, in modo tale che essa non sia più condizionata dal corpo sensibile. La conversione dell’anima e della ragione alla Mente è indispensabile per mettere in atto adeguatamente il regime filosofico che consente di realizzare la sapienza. Se il soggetto vorrà perseguire la salute-sapienza, dovrà divenire autonomo nella conoscenza e dunque padrone del regime filosofico di sanità, fino ad attuare la perfetta assimilazione del suo essere razionale alla Mente Divina. Praticare il regime filosofico di igiene salutare significa, comunque e sempre, regolarsi direttamente o indirettamente secondo la rettitudine della Mente Divina.

La disciplina dell’igiene filosofica si traduce in un regime di igiene salutare il cui fine è porre in atto in maniera compiuta l’essenza dell’uomo, per conseguire la pienezza della sapientia-salvs. Il regimen di igiene si traduce in una vita filosofica, volta alla sapientia, nel bios theoretikos, o philosophikos, o pythagorikos, con il quale si ordina ogni atto in funzione della realizzazione della theoriacontemplatio immediata dell’Uno-Bene. Il regime filosofico di igiene costituisce la misura di quella vita che persegue la perfezione dell’attività noetico-intellettiva, fino ad attuare la somma sapienza e dunque la perfezione di Salvs-Hygheia.

L’igiene filosofica integrale si dispiega nelle due fasi della vita pratica e della vita contemplativa, le quali conducono rispettivamente all’impassibilità dell’anima nella vita corporea esteriore, un preciso grado di salute psichica, e poi al compimento della salute dell’anima stessa, all’attingimento della sapienza intellettiva di carattere sovrapsichico e sovrannaturale. Nel distinguere i due gradi dell’igiene psichica avremo un’igiene filosofica pratica, che si caratterizza per la disposizione della retta attività dell’anima nell’ordine dell’esistenza corporea, e un’igiene filosofica contemplativa, che si definisce per l’attuazione della retta attività contemplativa dell’anima in ordine all’Essere Intelligibile.

L’igiene filosofica pratica ha come fine la compiuta attuazione della facoltà razionale dell’anima nell’ambito della vita pratica per attuare la giustizia. Questo primo grado di igiene si può distinguere in tre stadi secondari di sviluppo, ciascuno volto a conseguire le virtvtes proprie delle facoltà dell’anima relate al corpo, ovvero della facoltà appetitiva, della facoltà arditiva, della facoltà razionale.

Il primo grado di igiene filosofica cura il corpo in funzione della sua subordinazione al conseguimento del perfetto funzionamento delle facoltà dell’anima, perciò l’igiene prevede la realizzazione iniziale di una specifica virtù, la temperantia, nella quale si attua la disposizione secondo misura delle facoltà generativa, vegetativa e appetitiva dell’anima, in accordo con le sue facoltà superiori, in modo tale che possa stabilirsi la euexiaeukrasia del corpo, fondata su isonomiasimmetria, uno stato che costituisce la “salute” relativa del corpo, subordinata alla salute dell’anima. Grazie alla riduzione del corpo alla ragione, si può sviluppare l’igiene filosofica rivolta alla cura dell’anima, in funzione della sua piena attualizzazione, subordinata alla conformazione all’intelletto. Quando l’igiene filosofica ha condotto alla temperanza, l’anima può sviluppare poi la fortezza, virtù indispensabile per consentire la liberazione della ragione dal corpo al fine di raggiungere la sua perfezione, sia nell’attività pratica, realizzando la prvdentia, che in quella teoretica riflessa, realizzando la scientia. Quando è raggiunta infine la prudenza, e la relativa scienza del bene e del male morale in relazione all’uomo, l’anima si stabilisce nella ivstitia, virtù che costituisce la sua salute relativa “terrena”, corrispondente alla isonomia-simmetria delle sue facoltà, interamente subordinate all’intelletto.

All’igiene filosofica pratica è sovraordinata quella contemplativa, la quale ha la funzione di elevare l’anima dalla scienza della condotta pratica all’acquisizione delle scienze celesti o cosmologiche, fino ad assimilare l’anima all’intelletto. Quando l’anima riflessa si risolve nel suo principio intellettuale si costituisce la visione immediata ed essenziale degli enti, ovvero il primo grado della sapienza, nella quale l’anima, riacquistando il suo stato originale, fruisce della sua salute completa.

Oltre la dimensione dell’igiene filosofica che porta alla salvs animae, si distingue l’igiene filosofica sovrannaturale, la quale prevede la compiuta attuazione dell’intellezione, un’attività che non è più dell’anima discorsiva, ma del suo principio guida, l’intelletto trascendente. La realizzazione intellettuale equivale alla perfetta attuazione della conoscenza intelligibile stessa, la quale attiene all’Essere Intelligibile, attraverso la contemplazione immediata dell’Essere Intelligibile stesso, col quale infine l’intelletto si identifica, conseguendo la perfezione della sua salute, la pienezza della Sapienza Divina e la relativa Beatitudine.

Con la risoluzione contemplativa dell’intelletto nell’Essere Intelligibile si raggiunge l’apice divino dell’igiene e la realizzazione completa della Sapientia-Salvs eterna e incorruttibile, uno stato oltre il quale rimane solo la perfetta apoteosi.

È possibile rappresentare schematicamente l’itinerario dell’igiene salutare:

 

Per completare il nostro discorso diremo che si può parlare di salute per il corpo e per l’anima solo in modo relativo, in quanto è solo l’immanenza diretta o indiretta dell’intelletto e della sua attività misurante che rende il corpo o l’anima partecipi della salute essenziale, della Sapienza Divina. Grazie alla Sapienza Divina il corpo e l’anima sono ordinati all’Essere, al Bene, il quale si rende attuale in essi come isonomia-simmetria, secondo la loro natura e per il modo loro concesso. Per l’intelletto invece si può parlare di salute in modo proprio, in quanto la sua disposizione retta, la sua sapienza, equivale alla sua conformazione immediata all’Essere Intelligibile e, attraverso di esso, al Bene. L’igiene filosofica salutare si compie adeguatamente quando attraverso la pratica intellettuale viene realizzata la pienezza dell’attività intellettiva, la contemplazione immediata dell’Essere Intelligibile, del Dio secondo il suo aspetto personale. Procedendo oltre la contemplazione immediata dell’Ente Divino, vengono trascese e risolte sia l’attività intellettuale, sia la essenzialità determinata dell’anima, dunque sono superate anche le virtù paradigmatiche, grazie alle quali anima e corpo sono pienamente glorificati e divinizzati, per svelare l’Identità Suprema.

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