Scuola di Psicologia e Psicoterapia Filosofica
Integrale Tradizionale
L’uomo, la psiche e la salute psichica
L’uomo sensibile, anthropos, è un composto ternario la cui essenza è nous, il suo veicolo animatore è psyche, il suo supporto sensibile è soma.
L’origine dell’essenza individuale è Dio stesso in quanto Demiurgo, principio dell’Intelletto Divino Eterno e Unità Molteplice dell’Essere Intelligibile, nel quale tutti gli enti sono fondati e unificati. In quanto Essenza Intelligibile unitaria Dio trascende tutte le attività determinate delle singole essenze, perciò si trova al di sopra dei modi degli intelletti costituiti nell’Unità, dell’Intelletto Divino. In sostanza, nell’Unità dell’Ente Divino sussistono: l’Essere Intelligibile, propriamente Dio in quanto Unità e Principio Indeterminato dell’ordine ontologico; l’Intelletto Divino, atto proprio dell’essenza di Dio, che costituisce in quanto Padre l’Unità distinta delle molteplici essenze divine; infine le molteplici essenze divine distinte. Dunque l’essenza di Dio è semplice e indeterminata, e riunisce nella unità intelligibile tutte le essenze prima della loro distinzione; l’Intelletto Divino è atto di Dio che costituisce il luogo dell’unità molteplice delle essenze determinate; infine le singole essenze, idee e intelletti, sono sussistenti nell’unità molteplice dell’Intelletto e fondano nell’unità-essere di Dio.
La dimensione ontologica e intelligibile di cui abbiamo descritto i livelli gerarchici, è puramente immateriale, incorruttibile ed eterna, dunque non è soggetta a mutamento, né a riduzione di potenza.
L’essenza individuale dell’uomo è puro intelletto, nous, immateriale, il cui atto originale è costituito dalla visione modale dell’Essenza Divina, attraverso la mediazione dell’Intelletto Divino, Intelletto la cui visione di Dio è invece diretta, immediata e senza modi.
L’intelletto determinato dell’uomo, nudo, essenziale e puro da ogni alterità, gode della “visione facciale” di Dio, ciò definisce la perfezione della sua attività secondo la sua natura. L’intelletto fruisce del suo atto perfetto contemplando Dio, perché ha la funzione di mediare Dio secondo i modi, perciò fra la sua costituzione essenziale e la determinazione della contemplazione modale di Dio non c’è distinzione.
Perciò l’intelletto dell’uomo è un modo dell’attività di Dio, ciò per cui Egli rende immanente la sua presenza in un dato grado della esistenza. Nella Realtà vi è solo Dio, e l’intelletto in se stesso deve conoscersi come Dio secondo il modo dell’intelletto, perciò quando l’intelletto conosce Dio, conosce anche se stesso così come è, o, viceversa, solo quando conosce Dio l’intelletto è in sé e compie il suo atto teofanico perfetto secondo la sua natura.
Nello stato di visione di Dio, l’essenza dell’uomo, l’intelletto, si colma, si satura dell’Essere Divino, in questo modo è costituito nella quiete del suo atto proprio, per il quale fruisce della scienza divina e della beatitudine incorruttibile e impassibile, partecipazione alla beatitudine sovraindividuale e sovramodale di Dio.
In questo stato di esistenza separata e sovrapsichica, l’intelletto, il nous, contempla l’Essere Intelligibile e le essenze divine in Dio, la sua contemplazione è noesis, gnosis, e si svolge nella sfera iperurania, stante oltre il cielo che delimita il mondo.
La sfera iperurania o empirea è il luogo metafisico in cui regna la luce intellettuale piena di amore, che trascende e sorregge l’intero universo intelligibile e sensibile, in quel luogo la psyche non è distinta, né determinata, in quanto è contenuta in modo preesistente nel nous ed è perciò consustanziale ad esso.
La psyche viene generata come una proiezione luminosa del nous, come un suo riflesso immaginale e costituisce un logos, il quale ha una funzione analoga a quella del nous, ma ad un piano inferiore, ovvero la psyche è ciò che media le forme eterne presenti in Dio, nelle forme sensibili, attraverso la sua forma logico-razionale.
La psyche-anima riceve il nous come logos, l’idea eterna come ragione e simbolo, secondo un rapporto di analogia e somiglianza, in funzione della veicolazione dell’Essere Intelligibile Principiale nella manifestazione sensibile; l’anima ha perciò una funzione teofanica secondaria rispetto all’intelletto. L’atto di riflessione del nous costituisce la psyche, e il suo logos, pertanto nell’anima non esiste più la visione dell’Essenza Divina, né delle essenze eterne, ma in essa si costituisce una visione concettuale e immaginale, en logismos, delle stesse, visione che si riduce ad una rappresentazione alterata, di tipo discorsivo, della forma divina essenziale. La psyche-animadell’uomo possiede così una posizione gerarchica di quarto grado rispetto all’Essere Intelligibile o Dio, all’Intelletto Divino e all’intelletto individuale. Inoltre, così come l’intelletto dell’uomo è costituito in eterno nell’Intelletto Divino, l’anima dell’uomo è costituita nell’Anima Mundi, nella Psyche del Kosmos, la quale possiede un Logos-Ratio sempre in atto, in quanto ricettacolo delle forme divine eterne, secondo il modo di logoi, ragioni, simboli, leggi, rapporti, misure, ecc.
La psyche individuale non ha un logos sempre in atto, perché esso attualizza l’intellezione secondo il modo di una parte dell’Anima del Mondo, perciò è necessario che, affinché il suo logos sia sempre in atto, venga costituito in modo da attualizzare in esso l’immediata concezione del nous come accade per l’Anima del Mondo, ma ciò richiede una conformazione perfetta dello stesso logos all’attività dell’intelletto sempre operante. La psyche dell’uomo, nel suo primo concepimento, riflette in maniera polare, ma relativamente immediata, il nous, la sua sostanza e il suo atto sono sospesi ad esso, perciò l’anima accoglie senza limitazione o passione la luce intelligibile e la scienza divina in modo razionale, fruendo dell’essere, della beatitudine e della quiete che ne deriva.
Il possesso della scienza divina, la fruizione razionale dell’essere vero costituisce la salute propria dell’anima e della sua facoltà essenziale, la ragione. Costituita in questa fruizione l’anima si rende immune dal divenire, dalla ignoranza e dall’errore, elementi che si costituiscono quando l’anima non fonda stabilmente nell’intelletto e tramite esso in Dio.
La catabasi dell’anima modifica lo stato di originale costituzione della perfezione della visione immaginale di Dio, a causa della catabasi l’anima discende i gradi della scienza celeste fino a prendere anche l’ultimo e più “opaco” stato contemplativo quando viene associata al soma-corpvs, al quale essa dà forma, vita, ordine e direzione finale razionale. Con la catabasi viene costituito l’uomo vivente sensibile, il cui principio essenziale è l’intelletto, del quale l’anima costituisce veicolo mediatore, affinché la forma eterna di Dio sia resa presente nel mondo. Attraverso l’anima la Gloria Divina, il Regno di Dio e la Sua Giustizia si costituiscono nella terra e nel corpo dell’uomo, così la pienezza dell’Opera Divina colma ogni stato dell’esistenza.